INNESTI CONTEMPORANEI<br/>Arte in Salotto III

INNESTI CONTEMPORANEI
Arte in Salotto III

dal 03 luglio 2003 al 24 luglio 2003

Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano

Innesti contemporanei

Giunta al terzo appuntamento, Arte in Salotto conferma la volontà di esplorare una scena artistica sempre più ampia e articolata. Un'occasione data dall'originalità della sede espositiva: le vetrine degli esercizi commerciali della storica galleria Vittorio Emanuele II. E' quindi della natura della manifestazione, basata sull'"accoglienza", concedersi una dose di eclettismo nelle scelte e ampliare il raggio d'indagine alle nuove generazioni. La precedente edizione, sotto il romantico titolo Emozioni di luce, aveva sondato i territori dell'astrazione attraverso le opere di una decina di maestri nati fra gli anni trenta e i cinquanta.

Ora, dando l'occasione ad artisti più giovani, ci si avventura su un terreno più incerto ma carico di aspettative. Torna in scena il complesso mondo della figurazione, verso il quale si assiste a un riflusso anche di molti artisti considerati di tendenza. Nella mostra Innesti contemporanei le sorti della buona arte sono difese da dipinti e sculture di sedici artisti, tutti attivi nell'area lombardo-emiliana e tutti nati fra metà anni cinquanta e anni settanta. Autori dunque molto più giovani di chi li ha preceduti, ma destinati all'affermazione. Il perfezionarsi delle tecniche ha comunque lasciato inalterate le modalità espressive. Si passa quindi da descrizioni meticolose a fantasie surreali a narrazioni ingenue e primitiviste. Cominciando da queste ultime, si potrebbe citare per primo Mario Salina, che da sempre è fedele ad un percorso pittorico e a un repertorio centrato sulla figura. Ora ha ulteriormente smussato l'aggressività dei soggetti e l'irruenza del gesto per raccontare la ritualità quotidiana di un mondo agricolo e pacato. Il suo linguaggio compositivo e cromatico è comune a molti pittori delle ultime generazioni.

Dario Arcidiacono mescola volontariamente molti stereotipi della cultura popolare e della comunicazione, esaltando valori alternativi o parodiando quelli dominanti. La combinazione dell'iconografia fantascientifica e cinematografica sa di pop e di fumetto underground. In questi pezzi dell'ultima serie Ecce clown rafforza il suo discorso utilizzando polemicamente i colori simbolo di una nota catena di fast food. Per alcuni artisti è il confronto con l'editoria e il lavoro su commissione il banco di prova della loro professionalità. E' il caso di Pierluigi Balducci e Anna Laura Cantone, entrambi affermati illustratori di libri per l'infanzia. Per Balducci la pittura rappresenta un aspetto di un'attività sfaccettata, che include la professione di pubblicitario freelance e di autore dei testi. Alla pulizia e alla sicurezza del segno si contrappone un gusto dell'ironia che trova sfogo anche nei dipinti e nei murales degli ultimi anni. Opere contrassegnate da un piccolo coniglio nero, "entità stilizzata che segnala inquietudini e angosce in un contesto "pop"", come spiega l'artista.

Anna Laura Cantone si muove con disinvoltura tra illustrazione, pittura e scultura. Creta e cartapesta arricchiscono il suo disegno a mano libera in un collage polimaterico. Una tensione irresistibile verso oggetti e materiali insoliti la spinge ad incorporarli nelle sue opere. La struttura narrativa ordinata e paratattica delle tavole confluisce nella felice sintesi plastica degli oggetti a tre dimensioni, personaggi, cose o animali. Un mondo ironico e leggero, vivificato dal colore e, anche nelle sculture, dalla presenza della parola. Molti sono gli artisti ai bordi dei territori dell'iperrealismo e del surrealismo. I due dipinti di Roberto Staffilano ben esemplificano il senso di una ricerca ormai decennale, sviluppata attraverso studi di interni e paesaggi fantastici. Però gli oggetti comuni diventano elementi di una composizione rigorosa e quasi astratta, rafforzata da accordi cromatici tenui e moderati. Le tele orizzontali di Adriano Pompa sono scatole prospettiche perfette contenenti storie e paesaggi magici ricreati con estrema minuziosità dei dettagli. Scene di corte e di battaglia su prospettive a volo d'uccello o animali fantastici che si confondono con architetture avveniristiche. Una pittura che evoca Pisanello, Mantegna e la scuola ferrarese quattrocentesca, con indizi simbolisti e metafisici. Le fonti di ispirazione di Alberto Bertoldi stanno invece nell'infanzia trascorsa sulle montagne del Canavese. Motivi ricorrenti nella sua pittura sono infatti nubi e foschie dell'aspro ambiente montano. Elemento d'indagine formale già amato da Constable, ma anche simbolo dell'irresistibile tensione verso l'alto, le nuvole disegnano forme morbide, incantevoli o bizzarre, sullo sfondo di cieli azzurro intenso.

Cela forse un inganno lo stile iperrealista e fotografico di Angelo Davoli, che sembra esercitarsi sul paesaggio industriale ai margini delle città. L'occhio cade distrattamente su impianti, silos, centrali e tralicci, ma viene conquistato da buie foreste medioevali, cieli tempestosi e nebbie romantiche che avvolgono quelle strutture non ancora totalmente arrugginite. Anche all'interno di una fabbrica la visione di un dettaglio si fa inquietante e tutto si amalgama in uno spazio onirico.

Noto per opere come i recenti Notturni, vedute architettoniche ambrosiane ambientate fra la Galleria, piazza Duomo e piazza Castello, qui Nicola Nannini si presenta con un lavoro più intimo. Restano la pittura rapida e nervosa, disinteressata alla definizione dei dettagli, e una pennellata intrisa di guizzi di luce, segno di un'ispirazione fulminea. Si accentua il gusto per la matericità delle stoffe e delle carni. Sta a sé l'intenso lavoro di Giovanni Sesia sulla memoria collettiva e sull'identità individuale, risvolti autobiografici inclusi. Un progetto che scaturisce dal dichiarato "ritrovamento casuale" dell'archivio fotografico di un manicomio. Dai volti impressi su lastre di vetro antico ha derivato una sequenza di tavole di severa cromia e attenta ricerca formale, accogliendovi una scrittura fitta e ininterrotta. Anche la natura morta trova alcuni interpreti eccellenti, quasi o esclusivamente votati ad essa. Da tempo affezionato a un repertorio di nature morte oltre che di figure bibliche e mitologiche, Doriano Scazzosi continua a declinarlo con infinite variazioni, perseguendo un'indagine luministica e materica che affonda le radici nel Seicento. L'intensità dei volti è l'equivalente espressivo dei sofisticati riflessi su vasi e bicchieri e delle sfumature cromatiche dei petali delle peonie.

Carlo Ferrari è approdato alla natura morta dopo una lunga frequentazione con il ritratto e con il paesaggio. Le sue sono immagini di papaveri e calle su fondo nero o bianco, ingigantite e trasfigurate in forme sensuali che originano da un nucleo centrale per espandersi con infinite gradazioni di luci e ombre. Uno stile paragonabile all'astrattismo lirico di Georgia O'Keeffe. Gianluca Corona dipinge soltanto nature morte, ritratti e figure e unicamente su commissione. Con un processo lento e meticoloso, che sfiora l'astrazione, sembra interrogarsi sul significato odierno della rappresentazione pittorica più che aspirare a un mero effetto di verosimiglianza. Apprese le tecniche antiche e rinascimentali nello studio di Mario Donizetti, ha meditato su specialisti del genere quali lo spagnolo Cotán.

C'è poi una ricerca che privilegia l'investigazione sui materiali e sulle loro qualità. Enzo Fiore utilizza l'immagine o la presenza diretta di elementi vegetali, ricomposti su tavola in sequenze minimaliste. Oppure assembla soggetti antropomorfi e scenografici come la scultura Uomo. Costante è la manipolazione amorevole dei materiali - in prevalenza rami e resine, cui spesso aggiunge acrilici, carta e cemento - rivelando una tensione verso forme plastiche e tridimensionali. Anche Andrea Cereda si muove in ambito prevalentemente bidimensionale e valorizza le proprietà dei materiali. Nelle due Erosioni qui esposte propone una figurazione colta e descrittiva, sospesa fra memoria e presente. Convivenze e Tensioni nascono invece dalla manipolazione e dall'assemblaggio di materiali già di per sé espressivi quali legno, corde, ferro, piombo e resine. La scelta delle terrecotte è invece esclusiva per Marco Cornini. Protagonisti delle sue sculture sono personaggi in atteggiamenti dimessi ma solenni, che la critica ha definito "etruschi del domani". Sono soprattutto nudi femminili inseriti in micronarrazioni quotidiane, in bilico tra l'immaginario attuale e un'atemporalità novecentista.

Sara Fontana


ARTISTI

Arcidiacono Dario, Balducci Pierluigi, Bertoldi Alberto, Cantone Anna Laura, Cereda Andrea, Cornini Marco, Corona Gianluca, Davoli Angelo, Ferrari Carlo, Fiore Enzo, Nannini Nicola, Pompa Adriano, Staffilano Roberto, Scazzosi Doriano, Sesia Giovanni


Opera Copertina Marco Cornini

Libreria Bocca sas di Lodetti Giorgio e C. PIVA 08041150155 REA 1195580
Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano – Italy libreriabocca@libreriabocca.com
tel. 02.86462321 02.860806 - fax 02.876572