RAFAEL DUSSAN

RAFAEL DUSSAN

dal 03 febbraio 2005 al 28 febbraio 2005

Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano

Rafael Alfonso Dussan Mejia è nato a Bogotà (Colombia) il 2 agosto 1957. Incontra precocemente il disegno e la pittura, dato che sia il padre che una zia dipingono, ma questa passione non diventa il suo progetto di vita. Laureato in Filosofia e Teologia , dopo otto anni di Seminario, il giovane Rafael Dussan viene ordinato sacerdote. La vita religiosa presto si rivela non adatta alla sua personalità, gli manca l'arte e la gerarchia ecclesiastica è eccessivamente l’autoritaria, perciò, a 26 anni lascia l'abito talare e si dedica all'insegnamento, sfogando le tensioni emotive accumulate dipingendo.

In questa prima fase artistica, lo stile utilizzato da Rafael Dussan, è l'Astrattismo ed i pittori a cui si rifaceva erano allora, Manuel Hernandez ed Edgard Negret, due pittori suoi conterranei che si erano formati nel mondo artistico newyorkese in cui l’astrattismo era una scelta quasi obbligata. Nel 1989 espone per la prima volta i suoi lavori in una mostra personale a Bogotà, le sue opere rappresentano soprattutto un’esplosione di energie, un prorompente gesto liberatorio.

Della sua pittura di allora l'artista dice:" ho vissuto l’inizio della mia produzione artistica in modo molto soggettivo; nella fase astratta non c’è stata tanto la ricerca di uno stile, quanto fondamentalmente e soprattutto espressione, svincolamento". Nel 1993 Rafael Dussan si reca a Parigi dove, mentre dipingeva, frequenta, per due anni, un corso di incisione che lo spinge in una dolorosa crisi artistica. Mentre il suo stile si evolveva dall'astrattismo verso uno stile che chiamava in campo la forma, il pittore percepiva, sempre più chiaramente, le sue carenze nel disegno.

Tornato a Bogotà, nel 1997 Rafael Dussan accetta l'incarico di insegnare a Cartagena de Indias, una piccola città caraibica della Colombia del Nord, dove ritrova l'entusiasmo ed il piacere della pittura. Le antiche case coloniali dai colori vivaci, le spiagge bianchissime. il verde delle palme contro l’azzurro abbagliante del mar dei Caraibi ospitano una cultura afroamericana, che offre lo spettacolo più compiuto della sintesi perfetta fra anima e corpo, magia e sensualità.

Di questa esperienza il pittore stesso rivela:" Cartagena per me rappresentava anche il riemergere di un immaginario visivo risalente alla mia prima adolescenza trascorsa ad Haiti, dove mio padre era stato trasferito come funzionario di banca. In questo senso il soggiorno a Cartagena ha costituito una sorta di ritorno al passato che ha liberato immagini sedimentate anni prima in me, consentendomi in questo modo di raggiungere pienamente la maturità artistica.

Cartagena per lui è la scoperta della nudità scultorea delle donne che lavavano i panni, completamente nude, ma di una nudità così naturale da diventare parte della luce abbagliante dei tropici. Dopo questa esperienza, in un certo senso confortante, Rafael Dussan torna a Parigi per riaffrontare coraggiosamente il corso di incisione. Da questo ritorno in Europa il pittore affronta con il giusto equilibrio i problemi che la sua pittura ed i suoi stati d'animo gli propongono. Dal 2002 il pittore si trasferisce in Italia dove lavora, insegna, allestisce numerose mostre in gallerie di prestigio; alcune delle sue opere sono ospitate in esposizione permanente al Musée de l’Erotisme di Parigi e al Museo Erotico di Venezia e sono il pezzo forte di varie collezioni private.

Proprio nella società italiana ha trovato un contrasto fra sacro e profano, già superato in Colombia e in particolar modo la repressione che il potere religioso esercita in modo anche oggi molto forte. Sensibile al tema dell’oppressione esercitata dal potere (religioso in particolar modo) e soprattutto insofferente rispetto alla repressione dell’erotismo, questi diventano i temi ricorrenti nei lavori di Rafael Dussan. Incontri occasionali, letture ed avvenimenti, diventano occasione di studio e di lavoro: illustra opere letterarie demonizzate in passato, come "L’Anticristo" di Nietzsche e "Histoire de l’oeil" di Georges Bataille. Nel 2007 l'artista ha prodotto una serie di opere ispirate al "Concilio d’amore. Tragedia celeste", un testo teatrale la cui pubblicazione, nel 1899, aveva valso al suo autore un anno di carcere.

Lo svolgimento dell'opera di Rafael Dussan è una ricerca della conoscenza della natura umana, associata alla sperimentazione costante del disegno e della pittura. Sull'argomento il pittore dice:"Lo sfondo, generalmente vuoto, privo di coordinate spaziali, dipinto ad acrilico, ha iniziato a riempirsi di forme: una vera e propria proliferazione ipertrofica di corpi che è approdata ad una sorta di astratto organico. Le mie tele si sono trasformate in una specie di sottobosco pullulante di corpi fortemente sessualizzati". Nella delineazione della forma il pittore, accanto al carboncino ha iniziato a disegnare direttamente con il pennello, con tratti neri lunghi e decisi. Per un'importante esposizione a Cartagena che si terrà in un antico palazzo sede dell'Inquisizione Spagnola, il pittore, suggestionato dal luogo, ha cominciato a studiare a fondo l'argomento "Inquisizione" producendo opere su opere relative al tema della demonizzazione del corpo femminile, delle condanne per stregoneria e sodomia, che portavano a supplizi e roghi inumani

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