SERGIO DANGELO

SERGIO DANGELO

dal 16 novembre 1995 al 31 dicembre 1995

Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano

Inaugurazione delle opere al soffitto della Libreria Bocca: Libri con le ali, esposizione del ciclo Les Paques a Antibes e Fuochi Gitani, archivio Libreria Bocca

Pittore di respiro internazionale, ha studiato a Milano e all’estero – Svizzera e Francia in particolare - muovendosi fin da giovanissimo attraverso l’Europa e trasferendosi a Bruxelles, ove ha vissuto per alcuni anni, entrando in contatto con gli ambienti surrealisti e con il gruppo Cobra. Nel 1943 durante una lezione di matematica al Liceo Berchet esegue il suo primo disegno dal tratto "freddo e lirico" secondo una definizione del poeta Guido Ballo e la rapidità esecutiva da allora sarà una costante della sua espressione figurativa. (Surrealisti italiani attraverso le collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Electa, 2005) In Belgio ha frequentato i rappresentanti delle avanguardie, acquisendo elementi importanti della cultura e del pensiero di quei luoghi, elementi che hanno contribuito ad accrescere la sua già notevole e di tutta evidenza sensibilità d’artista[senza fonte]. Ha fondato insieme ad Enrico Baj il Movimento della Pittura Nucleare nel 1951, è uno dei fondatori della rivista "Il Gesto", organo del Movimento Nucleare, pubblicata fra il 1955 e il 1959, distaccandosene attorno al ’58. Nel 1954 organizza con Asger Jorn e col patrocinio di Tullio d'Albisola gli Incontri Internazionali della Ceramica ad Albisola. Ha partecipato alla realizzazione di riviste internazionali, dedicandosi altresì all’illustrazione di volumi, disegnando cartoni per legature artistiche, tra cui "Il Classico dei Tre Caratteri" realizzato dal parigino Alain Devauchelle per la Libreria Bocca di Milano e pubblicando testi lui stesso. Negli anni sessanta matura un interesse verso la cultura orientale che trova espressione nelle rappresentazioni di ideogrammi e grafie nei dipinti costituiti da tessiture sottili e raffinate influenzate dalle bianche calligrafie di Tobey. Si è cimentato anche nella ceramica e nell’ideazione di oreficeria d’arte. Ha realizzato "hand-mades" in contrasto coi "ready-mades" di Duchamp perché l'accento è posto sulla manipolazione dell'oggetto più che sul reperto in se stesso. Nel 1991 fonda il Centro Artistico e Culturale Bludiprussia ad Albisola Marina con Carla Bordoni, Paola Grappiolo e Daniela Di Marco. Il linguaggio pittorico di Sergio Dangelo è ricercato, poetico, lirico, di evidente suggestione surrealista, colto ed interiore. [senza fonte]Ha esposto per la prima volta nel 1951, presso la Galleria San Fedele di Milano. Da allora è stato protagonista di oltre 400 mostre personali, poco meno di 1500 collettive e si conoscono circa 134 pubblicazioni che lo riguardano. Il 21 luglio 1998 fonda a Milano "Il nuovo costruttivismo Manifesto" con Orazio Bacci. Nal manifesto si legge: "L'arte è al punto del "non ritorno".... Viviamo tempi difficili; la massa si riflette nell'oro.... Arte come progetto di vita.... " Il movimento ha prodotto 5 mostre tra il 2002 e il 2007 tenute a Milano negli spazi della storica Libreria Bocca, accompagnate ciascuna da un catalogo edito dalla libreria, alle quali hanno partecipato complessivamente 80 artisti. Ha partecipato alla Biennale di San Paolo, a quella di Parigi e a ben sei edizioni veneziane, con sala personale nel 1966. La sua pittura è stata nel tempo costantemente dominata da un segno, che continua ad imporsi sulla tela con assoluta eleganza. Sergio Dangelo dipinge tuttora con grande entusiasmo, sospinto dalla suggestione che gli fornisce l’opera stessa man mano che prende forma.[senza fonte] e dice di sé: "Sono acrobatico, ogni giornata della mia vita è un mio periodo artistico".

Mostra organizzata con opere dell'Archivio Libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele Maggio 2008

Letteralmente
” Apprendiamo da un recente sondaggio che Annibale sedette al “Select” prima di attraver-sare le, allora, fiorite Alpi e abbiamo notizia di Voltaire che degusta gelati nello stesso “café hululant” dove, unsecolo dopo, Pablo Ruiz avrebbe assaporato il suo prezioso quarto di “eau Perrier”. Si dice oggi di un declinodel caffé letterario ma, attenti alla profezia di Hundertwasser e in ascolto al grido di Dalì (che titola “sì” il suodiario), a Milano, malgrado tutto capitale del mondo, si inaugura il luogo già sin da ora deputato ai più feliciincontri. Non si fa obbligo, ai frequentatori di questa nuova isola felice, di indossare pastrani di tweed, di por-tare occhiali da sommozzatore e neppure di confondere l’ombra con il soggetto. Il vantaggio del caffé letterario nei confronti del bar illetterato consiste soprattutto nel fatto che una calamìta magnetica attira, salvamentocontro ogni calamità di spiaggia, monte, valle, i clienti, poi amici, di questa vasta famiglia che comprende ma-nipolatori di pennellesse, reggitori di penne a sfera, indagatori della e contro la noia, tutti accomunati da unasola certezza: il parossismo non è regola fissa e in uno spazio minimo può evidenziarsi il cosmo. Giorgio, il prin-cipe, indica a noi la strada; salita la scala il bancofrigo ospita libri, le sedie accoglienti ci consolano della ina-deguata accoglienza del MiArt e delle sale di vendita d’arte dell’oggi, ostili. “Vengo anch’io?” sento chiedere ingalleria. “Sì, tu sì” è la risposta. “Ma perché?” “Perché sì!

Sergio Dangelo

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